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La Cooperativa fra traduttori e interpreti ai tempi della Flat Tax

L'attività di interprete e traduttore, anche in conseguenza del recente allargamento del perimetro di applicabilità del regime forfettario, con estensione a 65.000 euro annui del limite di fatturato, è tra quelle maggiormente interessate dalla cosiddetta Flat Tax degli autonomi.
Infatti, i professionisti freelance delle lingue, esercitando l'attività in forma autonoma e con ridotta incidenza dei costi, possono trarre un indubbio vantaggio, sia in termini di risparmio fiscale che di semplificazioni amministrative, dall'adesione al regime fiscale forfettario.
Stante la natura proporzionale dell'imposta sostitutiva prevista, che si contrappone alla progressività dell'IRPEF, l'incidenza del risparmio fiscale tende ad aumentare con la crescita del fatturato, ovviamente entro il limite dei 65.000 euro annui. Al contrario, poiché nell'ambito del regime agevolato i costi sono fiscalmente riconosciuti in una percentuale fissa sui ricavi, determinata dalla norma in funzione della tipologia di attività svolta, il vantaggio si riduce all'aumentare dei costi effettivamente sostenuti.

Nella prassi comune, è molto frequente che i traduttori instaurino rapporti di collaborazione paritetica, al fine di garantirsi un mutuo supporto per la gestione delle commesse nei casi di temporaneo esubero rispetto alla capacità produttiva. In simili contesti, il professionista che interviene a supporto del collega generalmente emette una fattura nei confronti di quest'ultimo per regolare quanto concordato per tale attività. Il relativo ricavo, ovviamente imponibile per il professionista che lo percepisce, rappresenta un costo indeducibile in capo a chi lo sostiene nel caso in cui questi abbia aderito al regime forfettario. La naturale conseguenza di quanto esposto è che il regime in parola, seppure potenzialmente vantaggioso per il traduttore, tende a disincentivare una virtuosa ed efficiente collaborazione tra professionisti in virtù della sostanziale doppia imposizione che ne deriva.
Una interessante soluzione al problema potrebbe passare attraverso la costituzione di una cooperativa di interpreti e traduttori che, acquisita la commessa, provveda ad assegnarla ad uno o più soci autonomi, secondo regole fissate nel regolamento interno. In tal modo si porrebbe a carico della cooperativa l'obbligo di fatturazione delle prestazioni rese al cliente, ma la stessa società risulterebbe destinataria della notula, regolarmente deducibile, da parte del socio traduttore assegnatario del lavoro. Considerando l'assenza nel dettato normativo di qualunque causa di esclusione dal regime forfettario per il socio di cooperativa, pur in difetto di un'esplicita presa di posizione da parte dell'Agenzia delle Entrate, deve potersi ritenere ammissibile, nel rispetto dei requisiti previsti, l'applicazione del regime de quo al socio autonomo di cooperativa di interpreti e traduttori.