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La Cooperativa come risposta alla crisi dei settori agroalimentari

Uno dei contesti di maggiore successo del movimento cooperativo è rappresentato da settori agroalimentari come quello vitivinicolo, avicolo e ittico, con quote di mercato cooperativo anche superiori al sessanta percento. I motivi di un tale successo del modello cooperativo sono molteplici, e sono soprattutto connessi alla strutturale limitata dimensione degli operatori, insufficiente per realizzare in autonomia le economie di scala necessarie a garantire una buona competitività e una presenza sul mercato capace di bilanciare il potere commerciale della distribuzione.

Non tutte le esperienze di cooperazione agricola possono dirsi virtuose, e spesso l’alta litigiosità che può derivare da un sistema ad ampia partecipazione democratica o l’incapacità di esprimere un management adeguato, finiscono per condannare ad una fine immeritata anche delle realtà storiche dal passato glorioso. Ciononostante, la cooperazione rappresenta ancora la risposta più adeguata per mettere in rete l’attività di centinaia di piccoli produttori, capaci di interpretare l’agricoltura con uno sguardo rivolto al futuro e l’altro alla tradizione e al legame con il territorio.
Il ruolo che la cooperazione può svolgere nello sviluppo di un settore chiave per il made in Italy come quello agroailmentare richiede un rafforzamento della cultura cooperativa, oltre ad uno sforzo maggiore per consentire la trasmissione al consumatore dei valori che sono propri del prodotto cooperativo. Basti pensare che, in un momento in cui la provenienza del prodotto costituisce il principale fattore di differenziazione, la cooperativa agricola di conferitori può rappresentare un’identità territoriale talmente naturale da rendere quasi superfluo il contributo dell’etichetta. Il prodotto agricolo cooperativo deve quindi tornare a farsi chiaramente percepire come prodotto del territorio, frutto di agricoltura sostenibile, rispettosa dell’ambiente e dei lavoratori. Il rafforzamento del “brand agricolo cooperativo”, unito ad una maggiore cultura della cooperazione, deve quindi essere promosso e incentivato, proprio per fornire un utile strumento a vantaggio di quei settori agricoli nazionali che stanno vivendo periodi di forte crisi, non dovuta ad un minore gradimento commerciale del prodotto, quanto piuttosto ad una insostenibile pressione del mercato, che spinge verso l’appiattimento dei prezzi ai livelli di produzioni estere non orientate alla qualità e alla sostenibilità.